lunedì 6 gennaio 2020

Giarrettiere: dalla pecora e dal bronzo / From sheep and bronze to garters

Gli ultimi mesi del 2019 sono stati dedicati a un piccolo progetto, con l'obiettivo di partire dalle materie prime per arrivare all'oggetto finito.

We spent the past months of 2019 working on a small project, with the aim to start from scratch and to obtain a finished object. 


Le giarrettiere / Garters

Un esempio di giarrettiere, indossate
da un contadino./ An example of garters,worn by a farmer.
BnF Lat. 9333,  fol. 44 v.
(prima metà XV sec./ 1st half 15th cent.)
L'oggetto che volevamo realizzare è un semplice paio di giarrettiere in lana, chiuse da una fibbia di bronzo, da accompagnare al set di abiti del falegname Pirondino. Le giarrettiere sono un oggetto un po' elusivo: le loro raffigurazioni risultano rare sulle figure di ceto medio, mentre se ne intravede qualcuna su personaggi di ceti più bassi oppure se ne possono individuare varianti più ricche ed elaborate su personaggi più eleganti. In quest'ultimo caso, spesso si vede che ne è indossata solamente una: viene così enfatizzato l'aspetto estetico e decorativo rispetto all'effettiva funzione pratica. La funzione della giarrettiera, indossata sotto il ginocchio, è infatti quella di tenere ben tese e in posizione le calzabraghe, che la moda trecentesca pretende attillate e ben modellate per sottolineare la gamba maschile, come si vede dalle iconografie ma anche da alcuni riferimenti documentari. Ad esempio Francesco Datini, il ricco mercante di Prato, rimanda al sarto un paio di calzabraghe perché non erano abbastanza aderenti. Per i ceti più bassi, magari impegnati in lavori più pesanti, le giarrettiere potevano essere utili per tenere in posizione delle calzabraghe, sformate dal tempo e dal lavoro, che tendevano a spostarsi durante le attività fisiche più impegnative. Abbiamo quindi ipotizzato che l'abito da lavoro di un falegname potesse essere completato da questo accessorio, in grado di risolvere il problema delle calzabraghe che tendevano a scendere, più volte segnalato da Francesco. 

The object we wanted to make was a simple pair of woolen garters, closed by a bronze buckle, for carpenter Pirondino's outfit. Garters are an elusive item. You can rarely see them on middle-class characters, while you can sometimes spot them on people from the lower classes or you can see some posh and elaborated ones on rich people and noblemen. You can often see that elegant people wear only one garter: this means they use it a decorative item and that it doesn't have any practical purpose. The actual purpose of garters, normally worn under the knee, is to keep the hoses well stretched and in place, as well-fitted hoses that emphasyze men's legs are a cornerstone of late 14th century fashion. You can see this feature in many pictures but you can also find it in documents: for example, Francesco Datini, the rich merchant of Prato, sends back to his tailor a pair of hoses that weren't tight enough so they can be fixed. For working class men, garters would have been useful to keep the hoses in place and prevent them from slipping down, once they became loose and worn out because of hard work and time. Thus, we thought that a simple pair of garters could be a useful accessory for a carpenter's workwear and that they could solve the problem of slipping hoses, reported several times by Francesco.

La stringa di lana / The woolen band

Lana di pecora Aland. / Aland sheep wool.
Ho scelto di utilizzare la lana perché:
- trattandosi di giarrettiere per l'abito da lavoro di un falegname, ho escluso la seta, troppo pregiata e delicata
- nastri e giarrettiere di lana sono stati individuati  negli scavi di Londra (p. 141-144) e la loro esistenza anche in Italia può essere intuita da alcuni passi di Statuti delle Arti della lana, in cui si vieta di realizzare "cinture e cinturine" di lana (non è chiaro il motivo del divieto - forse per evitare la dispersione del prezioso materiale, utilizzato per tessere grandi pezze di tessuto, in piccoli oggetti? Generalmente, comunque, la presenza di divieti di questo tipo presuppone l'esistenza in circolazione dell'oggetto vietato stesso).
- la scelta della lana mi permetteva di partire dalla preparazione della materia prima.

Filare con la rocca e il fuso. / Spinning with distaff and spindle.
I chose wool because:
- being garters for a carpenter's working outfit, I avoided silk, as it was too precious and fragile
- woolen bands and garters have been found at London's docks (Textiles and Clothing 1150-1450, p. 141-144). They most likely existed in Italy too, as in some Statues of the Arte della Lana (wool industry) it's said it's forbidden to weave "belts and small bands" made of wool (the reason of the prohibition it's not clear - maybe to avoid the scattering of the precious material, that was supposed to be used to make big cloths, in small items? Anyway, even if it may sound weird, the ban of an item generally means that it actually existed).
- wool allowed me to start from the preparation of the raw material itself. 

Il filo, pronto per essere montato sul pettine. /
The thread, ready to be set on the rigid heddle.
 Ho scelto quindi di rifarmi a uno specifico reperto di Londra, il n. 387 (Fig 111 C), realizzato con fili di lana pettinata singoli, filati con torsione a Z, con la densità di 28/12 fili/cm rispettivamente in ordito e in trama, per una larghezza di soli 13 mm, tessuto con la tecnica "tabby" (tessitura piana). Non è stato possibile individuare la funzione originariamente svolta dal frammento, ma ho ritenuto che si trattasse di una costruzione talmente semplice da potersi adattare facilmente a un paio di giarrettiere.
I chose to pick a specific find from London, n. 387 (Fig. 111 C): it's made of worsted wool threads, singles, Z-spun, with 28/12 threads per cm in warp/weft. It's only 13 mm wide and it's a tabby weave. It wasn't possible to find out the original function of the fragment, but I think it's such a simple weave that it could have been easily used to make a pair of garters.


Tessendo la stringa con il pettine-liccio. /
Weaving the band with the rigid heddle.
La lana che ho scelto di utilizzare mi è stata regalata da Mervi. Si tratta di una lana grigia di una razza di pecora finlandese primitiva, molto rara, che si chiama Åland sheep: le razze primitive sono razze di pecore che non hanno subito sostanziali modificazioni nel tempo ed hanno quindi mantenuto caratteristiche arcaiche che le rendono simili alle razze medievali, o a quelle ancora più antiche. In questo caso, avevo a disposizione un grande quantità di fiocchi, costituiti generalmente da fibre più chiare molto soffici, con la presenza di alcune fibre nere più spesse e rigide. La lana era stata lavata in precedenza, per cui ho solamente dovuto aprire le fibre con un pettinino per rimuovere lo sporco rimasto per poi procedere alla pettinatura vera e propria.  Dal momento che i miei pettini medievali sono piuttosto grossi e non ero certa che riuscissero a preparare la lana in maniera sufficientemente uniforme, ho utilizzato dei pettini moderni molto fini (Louet minicombs). Finalmente ho poi potuto iniziare a filare, con la rocca e il fuso: ho prima realizzato alcuni campioni per capire quanto doveva essere sottile il filo per corrispondere il più possibile al reperto, testandone anche la resistenza, assestandomi poi su uno spessore che ritenevo idoneo. Dopo la filatura, ho fatto una matassa, l'ho lavata in acqua tiepida, l'ho appesa ad asciugare con un peso per fissare la torsione e l'ho stirata con il vapore, sempre per rendere il filo più stabile.

Lo spessore della stringa e dei fili. /
The width of the band and the tickness of the threads.
I chose to use some grey wool, given to me by Mervi. This wool comes from from a rare, primitive Finnish breed, called Åland sheep: primitive breeds are breeds that haven't been crossed with other breeds or modified through time, so they keep some archaic features that make them similar to Medieval or even older breeds. 
In this case, I had many locks that featured lighter, soft fibers mixed with some darker, thicker and hairy fibers. Wool had already been washed, so I only needed to remove some more dirt with a small comb before actually combing them. As my medieval wool combs are quite big and I wasn't sure they could comb the wool evenly enough, I used some very fine modern combs (Louet minicombs). After combing the wool, I dressed my distaff and picked one of my spindles to male some tests to see how thin the thread had to be to match with the find and how strong it needed to be, in order to be woven. After the spinning, I made a skein, I washed it in warm water, I hanged it to dry with a weight to settle the twist and finally I ironed it and steamed it. 

La mia giarrettiera a confronto
con il reperto originale. / My band
and the original find.

Per realizzare una tessitura "tabby" si può utilizzare il pettine liccio: ho quindi preparato l'orditura e montato l'ordito sul mio pettine. Alla fine, per ottenere la stessa larghezza del reperto ed avere comunque un filo abbastanza solido, ho diminuito il numero di fili dell'ordito (da 36 a 30, anche in funzione delle dimensioni del mio pettine liccio, che non è abbastanza largo per 36 fili) ed anche la densità dei fili di trama è leggermente inferiore (10 rispetto a 12). Come mi aspettavo, durante la tessitura ho dovuto fronteggiare la rottura di diversi fili, sia per la loro fragilità, sia per alcune irregolarità nel legno del pettine. Sono comunque riuscita a riparare i fili e a completare circa 120 cm di tessitura, da cui ho ricavato le 2 giarrettiere, che sono lunghe circa 43 cm più i margini per la rifinitura.
Sono stata molto orgogliosa del risultato, nonostante le piccole discrepanze rispetto al reperto di riferimento, e ho sicuramente imparato molto sulla qualità della mia filatura. Il modo migliore per conoscere il proprio filo filato a mano, infatti, è usarlo.

To make a tabby woven band it's possible to use a rigid heddle: I prepared the warp and set it on my rigid heddle. In the end, to be able to obtain the same width as the find, I reduced the number of threads in the warp as they are slightly thicker than the originals: so I had 30 instead of 36, considering also that my rigid heddle wasn't wide enough for 36 threads. The density of the weft is slightly lower too (10/cm instead of 12/cm). As I expected, during the weave I had to face the breakage of several threads, both because of their fragility and of some sharp spots on the heddle. Anyway I managed to fix them and weave about 120 cm of the band. Each garter is 43 cm plus some extra centimeters for finishing and for attaching the buckle. 
I am very proud of the result, even if there are some small differences from the original find. I also learnt a lot about my spinning: the best way to get to know your handspun is actually to use it!

Le fibbie / The buckles

Il modello in cera e il disegno dell'originale. / The wax
prototype and the drawing of the original.
Francesco si è invece occupato della creazione delle fibbie. Per prima cosa abbiamo individuato il modello: anche in questo caso abbiamo scelto come riferimento un reperto degli scavi di Londra presente in Dress Accessories 1150-1450, uno dei pochi testi che fornisce informazioni abbondanti e precise su questo tipo di oggetti. Il reperto scelto è il n. 297 (p. 73), datato 1350-1400, una fibbia di tipo semplice, simile ad altre presenti anche in area italiana. Per prima cosa è stato realizzato un modello in cera, poi il modello in cera è stato usato per fare il negativo sulla terra, in cui è stato poi colato il bronzo fuso, utilizzando un fornetto per la fusione dei metalli. Le fusioni sono poi state rifinite e completate con l'ardiglione.

La fibbia in bronzo e il disegno dell'originale. /
The  bronze buckle and the drawing of the original.
Francesco took care of the buckles instead. First, we chose the shape: again, we chose one of the finds from London showed in Dress Accessories 1150-1450, one of the few books that gives detailed information about this kind of items. The chosen find is n. 297 (p. 73), dated 1350-1400. It's a simple buckle, not very different from other similar finds we have seen in Italy. First, Francesco made a wax prototype of the buckle, then he used it to prepare the mold in the sand and he melted the bronze, using a specific oven. Then, the buckles have been refined and the pin was added.

Il fornetto per la fusione del bronzo. / The bronze oven.
Le fibbie immediatamente dopo la fusione. /
The buckles righ after the casting.
Si è trattato di un lungo processo per la realizzazione di un piccolo oggetto che probabilmente, durante gli eventi, passerà inosservato. Più di tutto, però, ci interessa aver fatto un passo avanti nella pratica e nella conoscenza di nuove tecniche e siamo orgogliosi di utilizzare un oggetto completamente realizzato da noi. / It has been a long process to make a very small object, that probably won't even be noticed during the events. But most of all, what matters to us is that we made a step further in the practice and knowledge of new techniques and we are proud to use something completely made by us.

2 commenti:

  1. This is lovely!
    So much work into such a small piece. I guess that this was the way medieval people experienced with every item they made.

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  2. Amazing project! <3

    Wonderful to see something done truly from start to finish (and the amount of WORK that goes into that!). Bravo!

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