Oggi ho il piacere di presentarvi una nuova proposta del mio blog, le "Campfire Chats", ovvero le "Chiacchiere intorno al fuoco". Ho invitato quattro amiche, italiane e straniere, a rispondere a un'intervista per parlare di noi, di Rievocatrici: dei loro percorsi, del loro ruolo nel mondo della rievocazione, dei loro desideri e progetti per il futuro. Spesso chi non ci conosce non sa che dietro alla donna che lava i piatti in accampamento ci sono tanti interessi, abilità, conoscenza e passione. Per sapere qualcosa in più sul nostro mondo, vi invitiamo dunque a sedervi accanto al fuoco con noi e ad ascoltare le nostre chiacchiere.
Today I am proud to present you a new feature of my blog, the "Campfire Chats". I asked four friends of mine, both italian and foreign, to answer a few questions about us, Ladies in re-enactment: about their story, their role in re-enatcment, their desires and plans for the future. Often people who is not familiar with us don't know that behind a woman who washes dishes in a warcamp there are many interests, abilities, knowledge and passion. if you want to know something more about us, please seat by the campfire with us and listen to our chats.
La prima ospite è Sara Casti, rievocatrice che conosco da poco più di un anno ma che seguo da tempo grazie al suo blog Un the con le Parche, che è stato sempre un importante riferimento e una fonte di ispirazione quando ho deciso di creare il mio blog.
My first guest is Sara Casti: I met her one year ago, but I've been following her for a long time through her blog Un the con le Parche, which has always been an important benchmark and source of inspiration for me when I decided to start my own blog. [English follows]
1. Di che
periodo/i ti occupi e di che gruppo/i fai parte?
Mi occupo di due periodi in realtà. Quello principale che mi
occupa più tempo è quello medievale insieme al gruppo “Mansio Templi Parmensis”
che ricostruisce la storia templare dal 1250 al 1307 con attenzione alla
Terrasanta. Il secondo gruppo riguarda il periodo romano con un gruppo di
didattica per bambini sulla storia romana del I secolo d.C. e si chiama “Vicus Italicus”.
2. Da quanto
tempo fai rievocazione storica e come è nata questa passione?
Faccio rievocazione oramai da 12 anni. La passione è nata in
modo strano perché in quel tempo frequentavo un’associazione di giochi di ruolo
della mia città insieme ad amici, moroso e fratello, quando quest’ultimo è
uscito con la frase “Ho visto che c’è un gruppo di Parma che fa rievocazione
storica sui templari che ne dici se li conosciamo?”. Non ero convinta, ma essendo
sempre stata appassionata di storia e divertendomi nell’interpretare un ruolo,
per quanto non conoscessi la rievocazione mi sembrava una buona occasione per
imparare qualcosa di nuovo. Non ero convinta, per niente, della scelta dei
templari troppo martellata da esoterismo o fanta alieni, ma quando ho
conosciuto il gruppo fu la componente umana a coinvolgermi: propositiva e
divertente, accogliente e desiderosa di fare cultura. Mi “fregò” quello perché
da quel giorno non mi sono mai mossa da quel gruppo.
3. Di che
attività di occupi principalmente in rievocazione e quali sono i tuoi maggiori
interessi?
Nel gruppo medievale mi occupo di tante cose: dalla gestione
del gruppo insieme agli altri veterani alla didattica generale riguardante la
storia del XIII secolo legata ai templari. Le due cose non possono essere
scisse perché studiare e cercare di comprendere la vita duecentesca mi ha
obbligato nel tempo a capire chi nel mio gruppo fosse più propenso ad
affrontare i vari singoli argomenti in base alle capacità, interessi e tempo da
dedicare. Gestire un gruppo, sia nella logistica che nella crescita dei vari soci
come rievocatori, è parte integrante a mio parere di un rievocatore esperto per
poter far crescere questo fenomeno sempre meglio in Italia.
Nel tempo poi, riuscendo ad affidare i vari compiti alle
persone più portate all’interno del mio gruppo, ho potuto dedicarmi alla mia
prima vera passione che è la scherma medievale. Lo studio e soprattutto la
pratica di questa disciplina sportiva unita allo studio delle fonti è stato uno
dei momenti più importanti della mia vita perché mi ha fatto scoprire i miei limiti
e come sia possibile superarli con la forza di volontà e la voglia di
sperimentare.
Purtroppo lo studio filologico dell’attività militare impone
dei limiti a una donna, soprattutto se si vuole essere sempre essere precisi
(che però non vuol dire dogmatici e statici) e ho dovuto “riciclarmi” cercando
qualcosa da fare. Ecco dove è nata la mia curiosità per la tessitura, il ricamo
e la costruzione degli abiti. In questo campo sono ancora una novellina, dove
la teoria supera la pratica, ma mi sto applicando in modo che mai avrei potuto
pensare.
Nel gruppo romano invece mi occupo di laboratori riguardanti
la schiavitù romana, visto che il mio personaggio è quello di una schiava di un
senatore romano. Affrontare questo argomento non è facile soprattutto quando
devi proporlo a dei bambini in età di scuola elementare, ma devo ammettere che
ho imparato a giocare con loro ed è nato un progetto molto curioso e
divertente.
Ovviamente anche nel gruppo romano mi scappa di parlare di
tessitura e di quello che ci gira attorno.
4. Che ne pensi
della situazione della rievocazione nel tuo Paese?
Ammetto che momentaneamente sono un po’ delusa e
demoralizzata.
La motivazione di questo mio stato d’animo è il vedere che
il fenomeno rievocativo in Italia sta crescendo molto bene con gruppi che non
possono più considerarsi i parenti poveri dei rievocatori esteri; ci sono molte
collaborazioni fra italiani ed europei e questo ha alzato molto la voglia di
ricostruire la Storia nel suo complesso in modo sempre più fedele. Però
dall’altra parte le istituzioni non sembrano supportare sempre questa crescita
confondendo i rievocatori seri con altre figure che poco hanno a che fare con i
vari periodi storici ricostruiti. Fare fatica a farsi capire da un politico
nello spiegare che noi facciamo Cultura e Didattica è uno dei punti dolenti che
non vedo si potrà risolvere a breve tempo purtroppo.
Noto sempre più spesso che quando i gruppi di rievocazione
seri si uniscono e si imbarcano nella difficile scelta di organizzare eventi,
questi stessi hanno un valore di divulgazione e spettacolo che nessun evento
fanta storico potrà mai pensare di raggiungere anche se con presenze molto alte
di pubblico.
Come in tante cose in Italia il merito non viene supportato…
5. Pensi che le rievocatrici abbiano un ruolo significativo
in questo ambiente?
In questi miei 12 anni ho visto crescere il ruolo delle
revocatrici in modo esponenziale, dimostrando che non sono più le donne
compagne di uomini desiderosi di fare i soldatini, ma vere ricostruttrici e
rievocatrici.
Aumentando la vita civile nei vari gruppi le donne non sono
più le serve di campo, ma ricoprono tutta una serie di ruoli importantissimi
per rendere veritiero quello che si mostra della Storia.
Quindi non solo ritengo che le donne nella rievocazione
siano significative, ma molto spesso sono risolutive per dare una svolta
evolutiva a tutto il fenomeno rievocativo introducendo sempre di più spunti di
sperimentazione, ricostruzione e confronto.
6. Quali sono i tuoi progetti futuri?
Devo essere sincera che non ho pensato ai progetti futuri.
Tutto nella mia esperienza rievocativa è nato da una serie di piccoli passi,
tante letture e incontri casuali. Forse il mio vero progetto futuro è di
rendere al meglio in tutte le cose che sto facendo ora: capire meglio la
mentalità di una donna o un uomo duecentesco; far capire al meglio le
difficoltà di una schiava nell’antica Roma.
Ho fatto “museum theatre”; sto facendo laboratori di storia
per bambini; ho sempre fatto didattica nelle scuole; sto andando verso la
ricostruzione artigianale delle cose che mi interessano; sto sperimentando su
più fronti. Il tutto finisce nel mio blog come se fosse un unico flusso…forse è
proprio questo il mio progetto futuro: essere una revocatrice completa,
curiosa, mai stanca e con la voglia di imparare e di confrontarmi con gli
altri.
Non perdetevi la prossima intervista con Mervi Pasanen, dalla Finlandia!
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1. Which period(s) do you work on and what group(s) do you belong to?
I actually work on 2 periods. The period I spend more time on is the medieval one together with the group “Mansio Templi Parmensis” which reconstructs the Templar history from 1250 to 1307, with a main focus on Palestine. The second group, called “Vicus Italicus”, works on the roman period: we mainly do educational activities for children about roman history of the 1st century A.D.
2. How long have you been re-enacting and how did this passion started?
I’ve been re-enacting for 12 years now. This passion started in a curious way, since I used to hang out with a role-playing group in my city together with my friends, my boyfriend and my brother. It was my brother to say: “I saw a group from Parma does historical re-enactment about the Templars, how about meeting them?”. I wasn’t completely sure about it, but I’ve always been a history enthusiast and I’ve always enjoyed to interpret a role and it seemed to me a good occasion to learn something new, even if I didn’t know much about it. I wasn’t sure at all of the choice of portraying the Templars, because they are too involved with esoterism or aliens, but when I met the group I was captivated by their friendly environment: exciting and funny, welcoming and willing to promote culture. This is what catch me, because from that day I’ve never left the group.
3. What kind of activity do you attend most in re-enactment and what are your major interests?
In the medieval group I attend many activities: from the management of the group, together with the other veterans, to the educational activities regarding Templar history of the 13th century. These two activities go toghether since I had to find out who in my group was most interested in learning more about certain specific topics according to their abilities, interests and time to dedicate to it in order to understand better 13th century life. I believe managing a group, both in logistics and in the development of each member of the group as a re-enactor, is a fundamental challenge for an experienced re-enactor, also because it leads to a positive growth of this kind of activity in Italy. Through the years I managed to divide tasks amongst the most involved people and I could focus on my true passion, which is medieval fencing. Studying and practicing this sport, together with the study of the sources, has been one of the most important moments of my life, because I found out what my limits are and how it’s possible to do beyond them with willpower and will to experiment. Unfortunately philological study of military activities gives women some restrictions, if the reconstruction has to be exact, and I had to “recycle” myself finding something to do. That’s where my curiosity for weaving, embroidery and tailoring came from: in this field I’m still a beginner, and theory overtakes practice, but I put a lot of effort into it in a way I would have never thought.
In the roman group I organize workshops about roman slavery instead: my character is a roman senator’s slave. It’s not easy to face this topic when you have to work with young children, but I have to admit I learnt how to play with them and it has become a curious and funny project. Of course also in the roman group it happens to me to talk about textiles too!
4. What do you think about the re-enacting situation in your country?
I admit I am quite disappointed and demoralized about it right now. Re-enactment in Italy is growing in a very good way and many groups don’t have to consider themselves as “poorer” than foreign groups, there are many co-operations with Italian and European groups and this helped a lot to improve the quality of the historical reconstructions and the will to do it better. On the other hand, institutions don’t seem to support this growth confusing rigorous re-enactors with other kind of figures who don’t have anything to share with any period reconstruction. It’s difficult to explain a politician that we promote culture and educational activities and I believe this problem will not be solved anytime soon. I often see good re-enactment groups work together and challenge themselves to organize events that have a spectacular and educational value that no pseudo-historical event could ever reach, even if it’s popular and very crowded. As usual, credit is not evaluated, in Italy…
5. Do you think female re-enactors have a significant role?
In this 12 years, I’ve seen the female re-enactors role growing always more, demonstrating that these women are not only partners of wanna-be-knights men, but true re-enactors. Since civil life had an important development, women are not only servants in the camps, but play important roles to portray historical reality in a more truthful way.
6. What are your plans for the future?
Honestly I didn’t think about plans for the future. Everything in my re-enacting experience happened thanks to little steps, many readings and casual meetings. Maybe my true plan for the future is to give my best in everything I’m doing now, to understand better the attitude of a 13th century man or woman, to explain the difficulties of a slave in ancient Rome. I’ve done “museum theatre”; I’m making historical workshops for children, I’ve always made educational activities in schools; I’m going towards handmade reconstruction of the things I’m more interested in; I’m experimenting on many sides. Everything ends in my blog like it’s a single stream… maybe this is my plan: to be a complete re-enactor, curious, never bored and always willing to learn and confront myself with others.
Don't miss next interview with Mervi Pasanen, from Finland!