Siamo partite dall'Italia, siamo arrivate fino alla Finlandia e ora siamo in Svezia per concludere questa serie di "Campfire Chats": ci siamo conosciute meglio, abbiamo condiviso le nostre esperienze e spero che, per quanto piccola, questa iniziativa possa essere un punto di partenza per creare legami sempre più forti e poter costruire qualcosa di più grande tutte insieme.
We started from Italy, we reached Finland and now we're in Sweden to close this "Campfire Chats" serie: we've come to know each other best, we shared our stories and I hope these little chats could be a good starting point to create stronger connections among us and to build something bigger all together.
We started from Italy, we reached Finland and now we're in Sweden to close this "Campfire Chats" serie: we've come to know each other best, we shared our stories and I hope these little chats could be a good starting point to create stronger connections among us and to build something bigger all together.
Sono entrata in contatto con Anna quando ho mandato la prima e-mail per chiedere di partecipare a Battle of Wisby: da subito Anna è stata disponibile nel rispondere ai nostri dubbi, e presto abbiamo iniziato a chiacchierare del più e del meno nell'attesa di poterci finalmente incontrare di persona. A Visby abbiamo avuto occasione di chiacchierare, ma abbiamo ancora in sospeso un giro di shopping insieme... spero che capiterà presto l'occasione! Grazie per aver partecipato con tanto entusiasmo! Questo è il blog di Anna: Jungfruburen.
I got in touch with Anna when I sent the first e-mail to ask if we could partecipate to Battle of Wisby: Anna was immediately very helpful answering our questions, and we soon started chatting about us, waiting to meet each other in person. In Wisby we had a chance to talk, but we still have to go shopping together, and I hope there will be a good occasion soon! Thank you for partecipating to the "Campfire chats" with such an enthusiasm!
Don't miss her blog: Jungfruburen. [English follows]
1. Di che periodo/i ti occupi e di che gruppo/i fai parte?
Mi concentro sul periodo 1361-1415, e su un periodo in un certo senso meno specifico per la rievocazione vichinga. Faccio parte della Albrechts Bössor 1364-1412 (artiglieri del re Albrecht di Meclemburgo) e del gruppo Battle of Wisby 1361. A volte partecipo a qualche evento anche con il gruppo Elvegrimarne, che si occupa di rievocazione vichinga e ha sede a Gothenburg.
2. Da quanto tempo fai rievocazione storica e come è nata questa passione?
Sono stata coinvolta nel LARP tra il 1996 e il 2001, ma dopo mi sono presa una pausa per dedicarmi ad altri hobby. La mia storia d’amore con la rievocazione, comunque, è iniziata nel 2007, quando quello che allora era il mio ragazzo venne ad abitare con me e trovai un orribile – ma interessante – paio di braghe del XVI secolo mentre lo aiutavo a disfare gli scatoloni. “Tesoro, c’è qualcosa che vuoi dirmi?” Lui ormai stava abbandonando questo hobby, ma io vi sono stata selvaggiamente risucchiata. Sento che ho finalmente un hobby che combina molti degli elementi che ricerco nel mio tempo libero: attività artigianali - principalmente legate a fibre tessili -, socializzazione (ma con un robusto filtro che mi salva dal dover sostenere noiose conversazioni a proposito di argomenti di tutti i giorni insignificanti), studio, una punta di violenza, un po’ di tempo trascorso in modo non impegnativo all’aria aperta, una scusa per accumulare materiali, una pratica alternativa agli antidepressivi (filare) e il profumo della legna che brucia. Ma la vera scintilla, e la principale motivazione per proseguire in questo hobby così nerd, disperatamente poco pratico, costoso, scomodo e difficile da spiegare è il desiderio di provare la stessa sensazione che sperimentai l’estate in cui avevo 12 anni, e vidi due turisti tedeschi vestiti da barbari in un ristorante di Visby. “Voglio farlo anche io!”. Agisco continuamente in base a questo impulso.
3. Di che attività di occupi principalmente in rievocazione e quali sono i tuoi maggiori interessi?
Sono principalmente interessata nell’artigianato, e, dal momento che non ho una vera e propria istruzione formale in questo campo, sento che ho molto da imparare, sempre. Adoro imparare nuove attività in questo ambito, e sono molto grata ai miei amici e insegnanti “ufficiosi”, verso i quali ho un debito così grande. L’artigianato tessile è davvero l’attività che mi spinge avanti, mi mi piace anche combattere, la calligrafia, tingere con le piante e costruire fusi in modo sperimentale.
4. Che ne pensi della situazione della rievocazione nel tuo Paese?
La Svezia è scarsamente popolata, e per questo ci manca la possibilità di organizzare eventi in larga scala con la facilità che hanno gli altri, dal momento che, proporzionalmente, noi siamo pochi. Inoltre, ci sono pochi veri luoghi medievali di incontro per noi e spesso ci sistemiamo in un ambiente un po’ meno compatibile storicamente, che è un po’ una vergogna. Tra gli aspetti positivi, c’è da dire che la Svezia è un Paese relativamente emancipato, dove è largamente accettato che ciacuno faccia quello che vuole nel mondo della rievocazione, a prescindere dal genere, dall’etnia ecc., finché risponde alle specifiche esigenze di correttezza storica. Preferirei avere la libertà di lavorare come voglio con la storia in un gruppo più piccolo che godere del lavoro di squadra in un gruppo più grande di rievocatori in cui potrei essere limitata nelle mie attività da questioni di genere.
5. Pensi che le rievocatrici abbiano un ruolo significativo in questo ambiente?
Sì! La mia risposta spontanea a questa domanda è: “cosa?!” perché preferirei non capirla nemmeno, anche se so esattamente perché è tristemente necessaria. La Scandinavia ha una posizione diversa sulle questioni di genere, rispetto a molti altri Paesi, e mi dispiace dirlo, ma è spesso deprimente uscire da questa bolla e trovarsi faccia a faccia un un patriarcato anormale e datato, che spesso dichiara che la sua struttura sociale esista per “proteggere” le donne. Sono furiosa e sconvolta quando sento che ci sono gruppi che non permettono alle loro donne di combattere. Sono stanca e sprezzante quando sento di gruppi in cui le donne sono membri di second’ordine e servono come unità di servizio: mi dispiace per tutti quelli che sono coinvolti. Ma questo non è il luogo adatto per fare una predica completa, scusami Anna! Credo fermamente che tutti siano necessari, con rispetto reciproco, prescindendo totalmente dal sesso. Un esempio: in Svezia sarebbero pochissimi a mettere in discussione la presenza di rievocatrici combattenti. Piuttosto, si va a un evento come un “foglio bianco” e poi decidi cosa ti interessa, e cosa ti interessa fare all’interno di questo hobby. Credo che questo sia un beneficio per tutti. C’è una pressione molto piccola o inesistente sugli uomini affinchè combattano, che li lascia liberi di specializzarsi in una certa attività artigianale, cucinare il proprio cibo o cucire i propri vestiti come ogni individuo capace e indipendente dovrebbe fare, e non ci sono particolari restrizioni per le donne per il solo fatto che sono donne. Ognuno vince!
Imparare, e non smettere mai di imparare! Ci sono cose da imparare sufficienti per riempire numerose vite. E, se posso, insegnare a mia volta agli altri che desiderano realizzare cose belle e crescere in questo incredibile campo. La storia siamo noi, e credo che possiamo migliorarci se la comprendiamo, forse anche meglio se con un approccio concreto. La living history è anche azione, e praticarla mi rende più entusiasta di qualsiasi altra cosa (quasi). Inoltre, i miei piani per il futuro includono liberarmi di tutta la sporcizia della lana di pecora nel mio armadio, finire le maledette asole sul vestito viola, costringere i miei figli a soffrire attraverso una crescita imbarazzante come bambini rievocatori, e convincere finalmente quel papà turista che il nostro fuoco da campo era davvero reale e che la sua carrozzina stava andando a fuoco.
***
1.Which period(s) do you work on and what group(s) do you belong to?
I focus on the period 1361-1415, and on somewhat more loosely determined viking reenactment. I belong to Albrechts Bössor 1364-1412 (Gunners of King Albrecht of Mecklenburg), and to Battle of Wisby 1361. I am also a hangaround of the Elvegrimarne, a viking group based in Gothenburg.
2. How long have you been re-enacting and how did this passion start?
I was involved in LARPing between 1996 and 2001, after which I took a break to focus on other hobbies. My love affair with reenactment, however, started out in 2007 when my then boyfriend moved in with me, and I found a pair of interestingly offensive 16th century pants among his things as I helped him unpack. “Honey, is there something you wish to tell me?” He was on his way out of the hobby, but I got fiercely sucked in. I feel that I have finally found a hobby that combines most of the elements I wish for in my spare time; crafting – mainly within fiber arts, socializing (albeit with a firm filter that saves me from putting up with boring conversations about mundane shit), studying, a streak of violence, undemanding outdoor slacking, an excuse for hoarding, a practical alternative to antidepressants (spinning) and the smell of woodsmoke. But the real spark, and main motivation to pursue this nerdy, hopelessly impractical, expensive, unwieldy and difficult-to-explain hobby is to feel what I felt the summer when I was 12 years old, and spotted two German tourists dressed up as barbarians in a restaurant in Visby. “I want to do that, too!” I am still constantly acting on that impulse.
I’m mainly interested in crafting, and since I have no formal education in that field, I feel I have a lot to learn, always. I love learning new things within this particular field, and feel the most profound gratitude toward my friends and informal teachers, to whom I am so deeply indebted. Textile crafts is what makes me really tick, but I also enjoy fighting, calligraphy, plant dyeing and experimental spindle making.
4. What do you think about the re-enacting situation in your country?
Sweden is sparsely populated, and so we lack the continental possibilities to arrange large-scale events with the same ease as others, since there are comparatively few of us. Additionally, there are few authentic medieval venues available to reenactors here, and we often settle for a less authentic environment, which is a bit of a shame. On the bright side, Sweden is a relatively emancipated country, where it is widely accepted that everybody does what they please within reenactment, regardless of gender, ethnicity etc – as long as it adheres to local demands on period authenticity. I would rather have the freedom to work with history as I choose in a smaller group, than enjoy the synergy effect of a larger reenactment community while at the same time being limited by gender-related issues.
I do. My spontaneous answer to this question is “What??” because I would like to not even understand it, though I know exactly why it is sadly necessary. Scandinavia has a different take on gender issues than most other countries, and I am sorry to say that it is often depressing to go outside that bubble and confront the effects of a dysfunctional, outdated patriarchy, that often claims that its social structure is there to “protect” women. I am furious and devastated when I hear that there are groups that won’t let their women fight. I get tired and bored and utterly contemptuous when I hear of groups where women function as second-rate members and service units. I feel sorry for everybody involved. But this is not the place to preach in full, sorry Anna! I do believe that everybody is needed – in equal respects, completely regardless of their sex. One example: in Sweden, very few people would question the presence of female reenactment fighters. Rather, you come to the event as a “blank” and then decide what interests you, and what you wish to make of the hobby. I believe this is beneficial to everybody. There is little or no social pressure on men to fight, which leaves them free to specialize in a certain craft, cook their own food and sew their own clothes as any skilled, independent individual should, and there are no particular restrictions on women solely because they are women. Everybody wins.
6. What are your plans for the future?
To learn, and to never stop learning! There are innumerable lifetimes’ worth of knowledge to be had. And if I can, to teach, in turn, others who wish to make beautiful things and expand themselves within this amazing field. History is us, and I believe we can better ourselves by understanding it, perhaps all the more so by this hands-on approach. Living history is an action, too. Its practices makes me more enthusiastic than almost anything else. Also, my future plans include getting rid of all the clumps of shit in the sheep’s wool in my closet, to finish the damn buttonholes on the purple dress, to force my kids to suffer through an embarrassing upbringing as reenactor children, and to finally convince that tourist dad that our campfire was really real, and that his pram was on fire.
Nessun commento:
Posta un commento